‘E cunte campani pe’ gruosse ’e piccërille di Aurelio De Rose

NAPOLI – Martedì 21 marzo alle ore 18,00 presso la libreria “Raffaello” (di via Kerbaker, 35 Napoli) presentazione del libro ‘E cunte campani pe’ gruosse ’e piccërille‘ di Aurelio De Rose. Ne discutono con l’Autore Silvana Aricò, Giuseppina Scognamiglio, Sergio Zazzera. Introduce e modera Silvio de Majo. Letture di Adriana Carli. Intervento musicale di Franco Manuele con la sua chitarra.

IL LIBRO

Il testo, che si avvale della prefazione di Giuseppina Scognamiglio, offre una serie di Cunti ritrovati in una rivista ottocentesca, che realizzò che Luigi Molinaro del Chiaro.

Trattasi quindi di racconti che ripercorrono foneticamente i vari luoghi Campani di provenienza. Nel riportarli, l’Autore si e rigorosamente attenuto alle originali stesure cercando dove possibile, di indicare, in alcuni termini, il loro significato.

Il lettore rileverà che tra i circa cinquanta Cunti è stato aggiunto quello che Vittorio Imbriani pubblicò nel 1875 ovvero: “Le tre maruzze” che, a diffrenza degli altri, venne scritto in italiano per poi averne, successivamente, una versione molto sintetica, in “napoletano” dal titolo: “’O cunto ’e Giuseppe”- che Gaetano Amalfi raccolse e pubblicò alcuni anni dopo, nel 1883, nella rivista citata.

“Con ’E cunte campani pe’ gruosse ’e piccërille di Aurelio De Rose – scrive la Scognamiglio nella prefazione – siamo al cospetto di una produzione letteraria, che potrebbe diventare perfino una presenza significativa nei percorsi di educazione e formazione dei bambini e dei giovani, oltrechè punto comune di riferimento culturale, nel segno del recupero di una gloriosa tradizione narrativa, colta e popolare, esibita, in prevalenza, per aspetti linguistici, etnografici e folclorici. De Rose, qui, ci propone dei contacunti capaci, narratori abili a riaccendere l’eterno conflitto umano tra crediti della fantasia e debiti della realtà, anche se, talvolta, gli insegnamenti dei cunti diventano incerti tra le varie e contraddittorie sollecitazioni della vita, ribaltanti, spesso, la dinamica della morale con scardinanti effetti beffardi. Ciò nonostante, che fiaba sia!”

L’AUTORE

Aurelio De Rose è nato a Napoli e vive a Roma. Critico d’arte, appassionato della cultura artistica antica e moderna della propria città, ha collaborato con diversi quotidiani e riviste letterarie con interventi di storia del costume e di critica d’arte. Tra i vincitori del premio Pontano del 1977, ha tra le sue ultime pubblicazioni: Napoli La Cappella Sansevero, La storia, le opere, gli artisti; Il Misterioso Sewbero. Storia delle acque in Campaniua e delle fontane di Napoli; Testamento per Napoli, Testi di poesie editi ed inediti intervallate da opere pittoriche di Eduardo Palumbo; Gli antichi ditti Napoletani e Campani.

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