
In Florida la cucina tipica di Napoli tra sostenibilità e creatività, con un’esperienza di condivisione unica.
Dalla provincia di Napoli a Miami, passando per Londra e Mykonos: la storia dello chef Marco Giugliano, classe 1990, è l’emblema del sogno americano realizzato. Dopo anni di esperienza internazionale, lo chef inaugura “Mano Libera”, il suo primo locale negli Stati Uniti. Un progetto che unisce sostenibilità, creatività e l’essenza della cucina tradizionale italiana.
Il ristorante si trova a South Miami, in una zona elegante e familiare, a due passi da Sunset Drive, e offre un’atmosfera calda e raffinata. Con cinquanta coperti interni e un patio da trenta posti, il locale si distingue per il suo design unico, arricchito da lampadari marini, tele d’autore e una scenografica cantina a vista. Al centro della sala, un tavolo a forma di mano rappresenta l’essenza del progetto: uno spazio dedicato alla condivisione e alla convivialità.

«Mano Libera vuol dire famiglia – spiega Marco Giugliano – e, come accade nelle domeniche napoletane, gli antipasti vengono serviti al centro del tavolo per essere condivisi. Anche i secondi seguono questa filosofia, mentre i primi piatti li impiattiamo. È un nome che mi rappresenta, perché i miei clienti mi lasciano fare, mi danno appunto mano libera. Nel menù c’è tutta Napoli, la mia terra».
Una cucina che racconta Napoli
Nel menù di “Mano Libera” spiccano piatti iconici come gli ziti alla genovese, la parmigiana di melanzane, i calamari fritti e il ragù napoletano, cotto lentamente per 12-14 ore. Non manca un tocco di innovazione, con proposte come la linguina alla Nerano “a modo mio”, arricchita da spuma di vacca rossa e pepe di Sichuan, o le carni dry aged, maturate nelle celle frigorifero del locale.
Per chi cerca sapori più leggeri, Giugliano propone piatti “purificati” dal grasso, senza rinunciare al gusto. Tra le creazioni più originali, il bao giapponese in versione italiana, farcito con polpette di melanzane sottolio e guarnito con polvere di noce pecan e spuma di Parmigiano Reggiano.
Anche i dolci sono una celebrazione della creatività dello chef: il gelato al pistacchio servito su una cialda a forma di bocca è uno dei dessert più amati.
Un percorso tra tradizione e contaminazione
«Sono nato in Campania, ai piedi del Vesuvio, dove abbiamo i migliori ingredienti del mondo – racconta Marco – e nelle grandi cucine stellate ho scoperto spezie e aromi che ho inserito nei miei piatti, sempre con rispetto per la nostra tradizione».
Il viaggio di Giugliano negli USA inizia a New York, per poi proseguire nel Connecticut, al ristorante “Strega” di Danilo Mongillo, dove conquista due forchette del Gambero Rosso e la prima menzione nella Guida Michelin per un ristorante dello Stato. Con questi successi arriva la Green Card americana e il trasferimento a Miami, dove continua a perfezionare la sua idea di cucina contemporanea, influenzata dalle tecniche della cucina molecolare.
Le sue radici, però, restano sempre ben salde in Campania. Dai primi passi nel ristorante di famiglia “Nemo” a Piazzolla di Nola, ai giorni trascorsi all’istituto alberghiero Maria Montessori di Somma Vesuviana, fino alle esperienze nei prestigiosi stellati come la Taverna Estia a Brusciano e i ristoranti internazionali di Londra e Mykonos, il percorso dello chef è stato un crescendo di successi.
Il supporto della famiglia
Al suo fianco, la moglie Asya e tutta la famiglia, che lo hanno sostenuto nella realizzazione di questo sogno. Come dice Marco, «Get ready to experience a culinary journey filled with flavors, passion, and tradition».