Affwttività, adolescenza e famiglia, a Corato un ciclo di incontri Form-Attivi

CORATO (Ba) – Si è svolto a Corato, nel salone della parrocchia Sacra Famiglia, un ciclo di incontri dedicati alla famiglia, alla genitorialità, al rapporto con gli altri, alle relazioni interpersonali. Temi molto sentiti in un periodo di smarrimento, di tensione emotiva che ha visto crescere isolamento e aggressività fra i giovanissimi.

Il ciclo di incontri è stato a cura dello psicologo e psicoterapeuta Antonio Di Gioia, Dirigente psicologo della Asl Bat nel Dipartimento delle dipendenze patologiche, già presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Puglia, che racconta: “I genitori sono i primi educatori dei propri figli e sono chiamati a svolgere un compito difficile, ma bellissimo. È una crescita che coinvolge adulti e adolescenti, un cambiamento di prospettive relazionali reciproche, di ridefinizione di ruoli, di modalità diverse di comunicazione per poter cogliere i segnali di nuovi modi di stare insieme ed occuparsi ciascuno dei momenti di difficoltà”.

Il dott. Di Gioia ha voluto così sottolineare il ruolo della famiglia che rappresenta il primo nucleo con cui confrontarsi come individui, e aggiunge: “La percezione del sé, l’identità, come sappiamo, continua anche fuori casa, attraverso il confronto con l’Altro e gli educatori contribuiscono in modo fondamentale alla crescita, alla consapevolezza di sé stessi”. Secondo lo psicologo, oltre ai genitori, anche gli educatori hanno un ruolo fondamentale nelle esperienze di vita dei ragazzi. L’appartenenza ad un gruppo favorisce la conoscenza di sé stessi, attraverso la differenziazione con gli altri, la solidarietà, la collaborazione, la coesione del gruppo e previene dinamiche conflittuali, competitive, caratterizzate dalla mancanza di rispetto di sé stessi e degli altri. La pandemia, ha reso più difficile una convivenza capace di sviluppare abilità sociali e consentire il confronto positivo con gli altri.

Di Gioia si dice molto soddisfatto dalla partecipazione agli incontri: “I due percorsi hanno permesso di far interagire i genitori con i ragazzi, che sono stati coinvolti, affiancandomi per trattare, con la loro esperienza di vita, le tematiche affrontate con gli adulti. Nel percorso con i soli ragazzi, si sono affrontate temi quali l’accoglienza, la relazione con l’altro, il rispetto della soggettività, la fiducia e l’appartenenza al gruppo, attraverso attività di role playing, circle time, peer education”.

Lo psicologo conclude con soddisfazione il racconto dell’esperienza dei due cicli di incontri: “Sono stati tutti molto partecipativi e collaborativi, parlo soprattutto dei ragazzi, motivati a partecipare. Hanno affrontato temi e attività talmente interessanti tanto da rendere il gruppo più coeso, uno spazio e un luogo di prevenzione per momenti di disagio e malessere tipico dell’adolescenza”.

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