La morte di Papa Francesco, avvenuta alle 7:35 presso Casa Santa Marta, ha avuto un’eco profonda su scala mondiale. I principali quotidiani internazionali hanno immediatamente aggiornato le loro home page con notizie, analisi e commemorazioni, ognuno sottolineando tratti peculiari del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, primo Papa proveniente dall’America Latina.

In Argentina, Clarin ha titolato «Papa Francesco, l’argentino che ha trasformato la Chiesa», restituendo con orgoglio il peso storico della figura del primo Papa latinoamericano. La testata ha ricordato con emozione la sua formazione gesuita, l’impegno per i poveri e la sua volontà di riformare la Chiesa cattolica in senso più pastorale e vicino alla gente. Un ricordo carico di emozione e di orgoglio nazionale, accompagnato da una rievocazione della sua infanzia a Buenos Aires, il suo amore per il tango e il mate, e del suo stile pastorale, umile e semplice.
In Spagna, El País ha parlato di lui come di un «agitatore sociale», evidenziando le sue battaglie per l’inclusione, l’ambiente e la lotta contro gli abusi nella Chiesa. Il quotidiano ha ripercorso le tappe fondamentali del pontificato: dall’enciclica Laudato si’ sul clima al sinodo per l’Amazzonia, fino alle sue posizioni progressive su temi delicati come l’omosessualità, l’accoglienza dei migranti e la necessità di una Chiesa più sinodale. Una narrazione che ha saputo mescolare spiritualità e militanza civile, dando voce a una parte del cattolicesimo che si sentiva per anni ai margini.
Nel Regno Unito, The Times ha scelto parole solenni: «un vero discepolo del Signore Gesù». Ha descritto Francesco come un pontefice rivoluzionario nel cuore della tradizione, capace di avvicinarsi alle periferie del mondo tanto quanto alle periferie della fede. Il giornale ha sottolineato il contrasto tra l’atteggiamento inclusivo del Papa e le critiche ricevute dai settori più conservatori del clero, offrendo una riflessione sul difficile equilibrio tra modernità e dottrina.
La stampa francese, con Le Monde, ha messo l’accento sulla portata storica della sua elezione, titolando: «Muore Papa Francesco, il primo pontefice non europeo da oltre mille anni», sottolineando il suo impatto sul ruolo geopolitico del Vaticano e la sua capacità di restituire alla Chiesa un’autorevolezza morale in tempi di crisi globale. L’articolo ha analizzato anche le sue prese di posizione durante i conflitti internazionali, come l’invasione dell’Ucraina e le tensioni in Medio Oriente, dove Francesco ha spesso assunto un ruolo di mediatore.
Negli Stati Uniti, The New York Times ha fornito una delle analisi più lucide e dettagliate: «Ha difeso gli emarginati e si è scontrato con i tradizionalisti». Una sintesi perfetta del suo pontificato, diviso tra l’urgenza di riforma e la resistenza della curia. Il giornale ha ricordato i suoi viaggi, le sue encicliche ambientali, la storica visita a Cuba e la disponibilità al dialogo con leader di tutte le religioni. Il Papa è stato ritratto come un costruttore di ponti, impegnato nella diplomazia della pace e nella difesa dei più deboli.

La Frankfurter Allgemeine Zeitung, storico quotidiano tedesco, ha ricordato Papa Francesco come “riformatore gentile ma determinato”, capace di aprire spazi di dialogo tra la fede e la società contemporanea, tra la Chiesa e il mondo laico. L’articolo tedesco ha dedicato ampio spazio al rapporto del Pontefice con la Germania, con riferimento ai suoi dialoghi con i vescovi tedeschi, spesso all’avanguardia su temi come l’ordinazione femminile o la benedizione delle coppie omosessuali. Ha valorizzato inoltre il suo ruolo nella crisi migratoria, nel dialogo interreligioso e nella modernizzazione del linguaggio ecclesiastico.
In Russia, la notizia è stata subito rilanciata dai principali media con le parole di cordoglio del Presidente Vladimir Putin, che ha definito Francesco «una persona eccezionale» e ha lodato il suo approccio al dialogo con la Chiesa ortodossa. La sua figura è stata interpretata soprattutto come un ponte tra culture religiose diverse, in un clima internazionale segnato da tensioni e conflitti geopolitici. Le agenzie russe hanno sottolineato in particolare l’incontro storico con il Patriarca Kirill a L’Avana nel 2016, primo evento di questo tipo dopo quasi mille anni di scisma.

In Cina, al contrario, la notizia è stata trattata in modo molto più discreto. I media di Stato, come spesso accade per temi religiosi, hanno relegato la morte del Pontefice a brevi note informative, spesso assenti dalle prime pagine dei siti ufficiali. Questo riflette la prudenza con cui Pechino gestisce le notizie relative al Vaticano, in un rapporto ancora segnato da ambiguità e trattative complesse, come dimostra l’accordo provvisorio per la nomina dei vescovi. Tuttavia, sui social cinesi non sono mancati i messaggi di cordoglio e alcuni intellettuali cattolici hanno espresso pubblicamente la loro riconoscenza per l’apertura di Francesco verso l’Oriente.
La morte di Papa Francesco è una notizia globale, raccontata in toni diversi ma con unanime riconoscimento per la portata spirituale, sociale e geopolitica del suo magistero. Un pontificato che ha lasciato un segno profondo nei cuori di milioni di fedeli e nei titoli delle principali testate del mondo. Le sue parole e i suoi gesti continueranno a ispirare generazioni future, rappresentando un’eredità viva all’interno della storia della Chiesa e del mondo.
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