
di Floriana Schiano Moriello
Al 237 di via Chiaia, nel cuore di Napoli, riapre i battenti l‘antica bottega dove nel 1920 Isidoro Odin e Onorina Gay inaugurarono la loro prima cioccolateria. La famiglia Maglietta, alla guida dell’azienda artigianale dagli anni Ottanta, ha voluto restituire alla città un pezzo di storia, riportando in vita la storica sede chiusa da circa venticinque anni.
Restauro e valorizzazione dello stile Art Nouveau
Un lungo lavoro di restauro ha permesso di recuperare il mobilio originale, le pregiate finiture e il caratteristico bancone. Gli arredi d’epoca esaltano lo stile Art Nouveau, con intarsi raffiguranti cabosse e fave di cacao, simboli della lavorazione artigianale del cioccolato. Tra le decorazioni spiccano le iniziali dei due fondatori, aggiungendo un ulteriore tocco storico alla rinnovata sede di Gay-Odin. Questo restauro si affianca alle altre sedi storiche, tra cui la Fabbrica nel palazzo Liberty di vico Vetriera, riconosciuta Monumento Nazionale dal 1993.
Un ritorno alle origini: tradizione e innovazione

«Questa riapertura ha un valore particolarmente significativo, direi storico: si tratta del primo negozio Gay-Odin, allestito con tutte le stigliature d’epoca restaurate. È qui che Isidoro Odin, giovane cioccolatiere di Alba, ha conquistato per la prima volta il palato dei napoletani con le sue creazioni ed è qui che noi, nel segno della tradizione, continueremo a portare avanti il nostro lavoro di artigiani del cioccolato» ha dichiarato Sveva Maglietta, membro del CdA.Il locale, sottoposto a vincolo della Soprintendenza ai sensi della legge n. 1089/1939, ha preservato intatte le sue peculiarità strutturali e artistiche, mantenendo inalterato il fascino Liberty che caratterizza il brand Gay-Odin. Come si legge nella relazione del 1993 redatta dall’architetto Ugo Carrughi, della Soprintendenza di Napoli “L’esercizio commerciale Gay-Odin sito in via Chiaia n. 237 è da considerarsi tra le ultime testimonianze di un fenomeno culturale che informò l’ambiente napoletano nell’arco temporale compreso tra la fine del secolo XIX e il primo dopoguerra. […] Le ragioni del vincolo ai sensi della legge 1089/39 che si intende esercitare sul manufatto risiedono, dunque, oltre che nelle intrinseche caratteristiche di fattura artigianale, decorativa, spaziale, architettonica (sia pure a scala ridotta) dell’opera in sé considerata, anche nell’invarianza degli elementi costitutivi che si ripetono in tutti gli esercizi commerciali Gay-Odin”.

Dal 17 febbraio le vetrine di via Chiaia 237 sono tornate a illuminarsi e a accogliere le creazioni dei maestri cioccolatieri di Gay-Odin realizzate con le ricette segrete del fondatore Isidoro Odin: Gianduiotti, Imperiali, Amori, Chicchi di caffè, Africanelle ma anche scorzette d’arancia intinte nel cacao fondente e poi le celebri cialde come Wafer, Noci e Ghiande ripiene di golose creme. Tra le novità c’è l’installazione di un banco gelato con carapine in vecchio stile per la somministrazione delle creme fredde Gay-Odin, tutte ispirate ai cioccolatini della casa: dal gelato latte, zucchero e cannella a quello Foresta, da quello al gusto Ghianda con le tre declinazioni: fondente, con scorzette d’arancia o al rhum. Immancabili i prodotti di punta della casa a cominciare dal Tronchetto di Cioccolato Foresta, fiore all’occhiello e prodotto leggendario dell’azienda diventato un unicum per la sua inimitabile lavorazione manuale, il Vesuvio di Cioccolato una sagoma elegante di cacao nata per celebrare la città di Napoli e le intramontabili tavolette disponibili in 17 diverse varianti.