
NAPOLI – Lunedì 21 novembre, a cura dell'intraprendente Associazione Transessuale Napoli, che si avvale anche del prezioso sostegno legale dell'avvocato Ileana Capurro, si svolgerà la commemorazione delle vittime di transfobia. L'appuntamento è a piazza Dante, presso il ristorante 53, alle ore 17.
Per quanto assurdo possa apparire, ancor oggi c'è gente che odia il prossimo per le scelte sessuali che compie. O meglio, in questo caso, nemmeno per le sue “scelte”, ma per la sua stessa identità.
Un transessuale è una persona con un'identità sessuale perfettamente definita dalla nascita, è un uomo o una donna, costretto a convivere con un corpo sbagliato. Ma, invece che essere aiutate in questo cammino estremamente delicato e difficile, e fonte di profondissimo dolore, le persone che lo compiono, vengono spesso osteggiate e in casi non così rari colpite con violenza, fino a essere uccise.
La cronaca ci racconta storie allucinanti, dalla scuola, alla strada, alla famiglia, al lavoro. Ovunque un transessuale può essere perseguitato. Ovunque può avere i suoi nemici. Nemici senza ragione, nemici per puro odio, per pura avversione verso gli altri, per pura ottusità o innata sessuofobia.
L'Italia è purtroppo uno dei Paesi dove il delitto ai danni dei transessuali è più frequente. Seconda soltanto alla Turchia.
Mentre ci auguriamo che il legislatore intervenga per misure di sostegno e protezione verso questa minoranza inspiegabilmente e brutalmente combattuta, auspichiamo che anche il termine transessuale sia visto come transitorio: una volta compiuta la transizione, dovrebbe infatti essere accantonato. Forse dovrebbe esserlo sin da quando la persona inizia il proprio percorso.
Una donna transessuale è una donna. E un uomo transessuale è un uomo. Esattamente, e semplicemente, come tutti gli altri.
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