
Carcere di Secondigliano, Diocesi di Napoli e Kimbo insieme per il progetto “Un Chicco di Speranza”

Si chiamano Enzo, Davide, Raffaele, Roberto, Giuseppe, Antonio, Ciro, Francesco, Felice e Salvatore. Dieci nomi, dieci storie di vita intrecciate nel percorso di recupero e reinserimento sociale che il progetto “Un Chicco di Speranza” ha reso possibile. Lunedì 18 novembre 2024, alle ore 12:00, nell’aula del Kimbo Training Center di Scampia, questi dieci detenuti riceveranno il Diploma di Barista Professionista di I Livello, concludendo il primo ciclo formativo del progetto.
Alla cerimonia parteciperanno Giulia Russo, direttore della Casa Circondariale “P. Mandato” di Secondigliano, e Mario Rubino, presidente di Kimbo S.p.A., sancendo così una tappa fondamentale di un percorso che unisce formazione, speranza e inclusione sociale.
Un progetto di reinserimento reale e costruttivo
“Un Chicco di Speranza” è stato avviato grazie all’impegno dell’Ufficio del lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli e alla sensibilità della Kimbo, stimolata da Antonio Mattone. Il progetto si propone di offrire ai detenuti percorsi di formazione professionale concreti, finalizzati al reinserimento nel mondo del lavoro. Il supporto del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, guidato da Giovanni Russo, e la supervisione di mons. Domenico Battaglia e di Patrizia Mirra, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, hanno garantito il successo di questa iniziativa.
In due mesi di formazione, i dieci partecipanti hanno frequentato il Kimbo Training Center, dove, seguiti da formatori esperti, hanno appreso tecniche e segreti del mestiere, dalla selezione delle miscele alla preparazione di caffè secondo standard di eccellenza.
Il Kimbo Training Center: eccellenza nella formazione
Il Training Center di Kimbo è un ambiente formativo all’avanguardia. Dotato di un’aula tecnica con dieci postazioni professionali e un’area teorica capace di ospitare fino a cinquanta persone, offre strumenti all’altezza di chi vuole perfezionare l‘arte del caffè. Inoltre, un vero e proprio bar dedicato alle diverse metodologie di estrazione ha permesso ai detenuti di fare pratica con le attrezzature e le miscele, avvicinandoli ulteriormente al mondo del lavoro.
Una seconda possibilità per un futuro migliore
Grazie al sostegno morale e pastorale della Diocesi di Napoli, sotto la guida del cappellano Giovanni Russo, i detenuti hanno intrapreso un percorso che non solo li ha formati professionalmente, ma ha anche stimolato una riflessione personale verso un nuovo progetto di vita. “Un Chicco di Speranza” dimostra come l’impegno congiunto di istituzioni, aziende e società civile possa trasformare le difficoltà in opportunità.
Prossimi passi del progetto
Il progetto continuerà nel 2025 con due nuovi segmenti:
- Laboratorio e magazzino per la rigenerazione delle macchine da caffè: sei detenuti in regime di semi-libertà o altre misure alternative saranno formati e impegnati in questa attività.
- Coltivazione sperimentale di una piantagione di caffè: in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Federico II, un terreno di 10.000 mq all’interno del carcere sarà destinato a un progetto di agricoltura sostenibile.
Il diploma ricevuto dai dieci detenuti rappresenta una prima vittoria nel lungo percorso di reinserimento sociale. Ma, soprattutto, dimostra che l’unione tra formazione e speranza può davvero fare la differenza, offrendo un futuro migliore a chi crede in una seconda possibilità.
