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Industria: Ricci (Cgil), in Campania ancora tante vertenze aperte

NAPOLI – “In Campania ci sono ancora tante vertenze aperte. Abbiamo ricevuto qualche pugnalata inaspettata, come nella vicenda Jabil, in merito alla quale si cercava una soluzione e invece abbiamo registrato lettere di licenziamento e procedure di mobilità. E’ ora che si ascolti il mondo del lavoro. Va costruita una politica industriale tarata sulla Campania e con il presidente De Luca vanno individuati gli interventi immediati da mettere in campo”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo a margine dell’assemblea regionale della confederazione convocata in vista della manifestazione dell’8 ottobre promossa dalla confederazione.

“Quella di Whirlpool Napoli – ha aggiunto Ricci – è una vertenza nazionale e lo dimostra come sta andando questa storia, ma, al netto delle scelte sciagurate che fa la multinazionale, c’è un tavolo in cui sono stati presi impegni da parte delle istituzioni. Spero che oggi si faccia un’operazione di chiarezza e trasparenza anche sulla vicenda ambientale legata al sito di via Argine”. “Si metta in moto – ha aggiunto Ricci – l’accordo che punta alla ricollocazione dei lavoratori. Siamo fiduciosi, verificheremo se ci sono problemi di carattere burocratico o c’è una scelta di merito in relazione alla cordata di imprenditori che vogliono accettare questa scommessa. I lavoratori hanno pagato già tanto sulla loro pelle e non possono attendere ancora”.

La prima “evidente emergenza” per il futuro governo è quella del caro energia, “che va tenuto sotto controllo. Poi c’è bisogno di tassare gli extra-profitti delle imprese. Una condizione come quella nella quale ci troviamo, non la regge nessuno”. E’ quanto ha affermato Emilio Miceli, segretario confederale Cgil. “Ci sarà – ha precisato Miceli – un’inflazione all’8 per cento, i salari soffriranno per questo motivo e quindi diventerà centrale il tema dei rinnovi contrattuali. E, ancora, c’è il problema più generale di come finanziare, attraverso gli investimenti pubblici, le operazioni di riconversione e di crescita che in questo Paese debbono essere fatte. Sono delle priorità essenziali per tutti i governi, qualsiasi esso sia, speriamo che questo esecutivo possa tenere la barra dritta su queste questioni”.

“Chiediamo che il tema del lavoro – ha aggiunto Miceli – venga vissuto come uno degli elementi centrali, perché forse a differenza di altre fasi c’è un processo di impoverimento di ampi settori sociali del nostro Paese, anche strutturati, di ceto medio, non solo operai e popolari, ai quali bisogna guardare con grande attenzione”. “L’Italia – ha concluso Miceli – rischia di scricchiolare, abbiamo bisogno di rimettere in piedi i pilastri essenziali su cui il nostro Paese si è retto. Il lavoro è probabilmente tra questi il più importante”.

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