
di Luca Sorbo *
Il 25 febbraio, a Tribunali 138, la casa studio di Luciano Ferrara e Sofia Ferraioli, si è svolto un incontro con i responsabili dell'Archivio Carbone: Giovanni e Federica Nicois e Letizia Del Pero. Hanno raccontato la storia del fotografo e le motivazioni che li hanno spinti a dare vita all'associazione per tutelare questo prezioso lascito che rischiava di andare distrutto. Numerose sono le richieste da parte di produzioni cinematografiche, appassionati e storici che hanno sempre più evidenziato la necessità di digitalizzare e catalogare nel modo più completo tutte le immagini.
Napoli sa essere straordinaria anche nella quotidianità degli eventi, la cronaca forse è l'unica che riesce a mostrarne la complessità.
L'archivio fotografico di Riccardo Carbone (1897-1973) è uno straordinario patrimonio della città, poiché tra le settecentomila immagini conservate vi è la storia della Napoli del dopoguerra e molte immagini degli anni '30 e '40 del ‘900.
Nel 2016 nasce l'Associazione Riccardo Carbone che nel 2017 diventa una Onlus e cerca di recuperare l'archivio che purtroppo mostrava i segni del tempo. L'archivio ottieni il riconoscimento dal Ministero dei Beni Culturali di “bene di particolare interesse storico culturale” e riesce ad accedere ai fondi regionali per la sua catalogazione e digitalizzazione. Si è promossa anche una campagna di crowfunding per l'acquisto di tutte le attrezzature necessarie per la gestione delle foto conservate. Nel 2017 si è avviata l'iniziativa “Adotta un servizio” che ha avuto il sostegno di aziende e privati cittadini. È importante ricordare che le immagini conservate non terminano con la morte di Riccardo Carbone nel 1973, ma l'agenzia ha continuato la sua attività fino anni '90 guidata dal figlio Renato in collaborazione con i fotoreporters Nino e Renato Nicois. Oggi la sfida dell'associazione che gestisce l'archivio è quella di catalogare in maniera dettagliata i contenuti delle singole fotografie.
Riccardo Carbone avvia la sua collaborazione con il Mattino già negli anni '30 del ‘900 dopo aver abbandonato gli studi di Chimica per seguire la sua passione per la fotografia. Questa collaborazione diventò organica nel Dopoguerra tanto che fu uno dei primi fotografi ad essere accreditato come giornalista. Dal 1945 al 1973 con la sua FotoAgenzia realizzerà circa venticinquemila servizi.
Purtroppo l'opera di questo valente reporter, come quella di tanti fotografi napoletani, non ha la notorietà e l'apprezzamento che merita a livello nazionale.
La cronaca diventa storia ed il fotogiornalista si rivela un autore sensibile. È attento ad ogni aspetto della città, riesce sempre a trovare lo scatto giusto per il giornale. Le foto hanno sempre una composizione efficace ed il punto di interesse è sempre evidente.
È un dovere di tutti noi collaborare alla valorizzazione di questo archivio perché in queste immagini vi è una parte significativa della nostra memoria collettiva.
(*) esperto in storia e tecnica della fotografia
già docente Accademia di Belle Arti