
Napoli si appresta a vivere un importante appuntamento culturale, un evento che celebra il connubio tra arte e inclusione sociale, con la presentazione del volume dedicato ai nove anni di “Quartieri di Vita. Life infected with Social Theater”, il Festival di formazione e teatro sociale ideato da Ruggero Cappuccio e sostenuto dalla Regione Campania. L’evento si terrà giovedì 9 gennaio alle ore 17 presso le Gallerie d’Italia, in via Toledo 177.

Dal 2016, “Quartieri di Vita” si distingue come esempio virtuoso di come il teatro possa trasformarsi in un mezzo per l’inclusione e il riscatto sociale. Tra le numerose esperienze significative si possono citare i laboratori teatrali con adolescenti a rischio nelle periferie di Napoli, culminati in rappresentazioni pubbliche che hanno ricevuto ampi consensi, e il coinvolgimento di donne vittime di violenza in progetti artistici che hanno contribuito a rafforzare la loro autostima e senso di appartenenza alla comunità. Il progetto, promosso dalla Fondazione Campania dei Festival, guidata da Alessandro Barbano, ha coinvolto negli anni oltre 35 artisti europei di 11 diverse nazioni, 55 associazioni e compagnie teatrali attive nelle periferie campane e più di mille partecipanti. Fra questi si annoverano adolescenti a rischio, donne vittime di violenza, detenuti, minori stranieri, rifugiati, pazienti psichiatrici, persone con disabilità e individui con problemi di dipendenza, tutti uniti da esperienze di marginalità sociale.
La presentazione del volume si inserisce nel ciclo di incontri “Libri e questioni di spettacolo”, coordinati dal professor Francesco Cotticelli, docente di Discipline dello Spettacolo Teatrale presso l’Università Federico II di Napoli. All’evento interverranno, oltre a Cotticelli, il direttore artistico della Fondazione Campania dei Festival, Ruggero Cappuccio, la direttrice del Goethe Institut Neapel, Maria Carmen Morese, il docente dell‘Università di Torino Alessandro Pontremoli e il regista Christian Costa.
Il volume, articolato in 162 pagine, celebra un percorso unico, offrendo una profonda analisi del teatro sociale e del modello innovativo sviluppato da “Quartieri di Vita”. Suddiviso in capitoli tematici, esplora le sfide dell’inclusione sociale attraverso il teatro, documenta i risultati dei laboratori artistici condotti con adolescenti, donne e migranti, e include testimonianze dirette di partecipanti e artisti coinvolti nel progetto. La pubblicazione riflette anche sulle prospettive future di questo approccio, proponendo nuovi modelli replicabili in contesti simili. Attraverso le testimonianze e i risultati raggiunti, l’opera evidenzia l’importanza di progetti culturali che sappiano affrontare le fragilità sociali con il linguaggio universale del teatro.
Il teatro sociale ha dimostrato di essere una forma d’arte capace di trasformare e rigenerare, permettendo a centinaia di persone di riscoprire la propria creatività e un senso di appartenenza. Citando Albert Camus, “La cultura è l’urlo degli uomini in faccia al loro destino”: una frase che ben sintetizza la capacità del progetto di trasformare le fragilità sociali in forza creativa, mettendo in evidenza l’impatto concreto del teatro nel cambiare vite e comunità. un concetto che risuona profondamente nella missione di questo progetto. Edizione dopo edizione, “Quartieri di Vita” ha saputo intrecciare arte e impegno civile, dimostrandosi una piattaforma culturale inclusiva e trasformativa.
L’evento del 9 gennaio offre dunque non solo un’occasione per riflettere sul percorso passato, ma anche per tracciare le prospettive future di un modello che continua a ispirare e coinvolgere artisti e comunità. Tra le possibili direzioni future, si potrebbero esplorare collaborazioni internazionali più ampie, programmi educativi dedicati alle scuole e l’utilizzo di tecnologie innovative per ampliare l’accessibilità delle produzioni teatrali, raggiungendo così un pubblico sempre più vasto e diversificato. Per chi desidera approfondire le potenzialità del teatro sociale e il suo impatto, l’appuntamento è fissato alle Gallerie d’Italia, un simbolo della straordinaria ricchezza culturale napoletana.