
di Ferdinando Capuozzo (*)
A poco più di dieci anni dalla cosiddetta riforma della “contabilità armonizzata”, si sta accelerando il processo per applicare nelle Pubbliche Amministrazioni italiane, entro l'anno 2026, un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale, secondo le logiche Accrual, quindi secondo il principio di competenza.
Se il 2026, dunque, costituisce il termine ultimo di entrata a regime del nuovo modello contabile è possibile desumere che è già definito un percorso che tutti gli enti dovrebbero conoscere, al fine di porre in essere misure propedeutiche alla sua applicazione.
Una riforma così ampia e con tempistiche così definite potrebbe essere difficile da attuare, tuttavia è importante sottolineare che essa è inserita nel contesto del Pnrr e ha riflessi diretti sul finanziamento previsto nell'accordo tra lo Stato Italiano e l'Europa. La mancata applicazione, infatti, porterebbe a delle sanzioni poiché rientra tra le cosiddette “Riforme Abilitanti” previste dal Pnrr. Ciò ci fa pensare che, a differenza del passato, dove ci sono stati tentativi falliti di riforma delle modalità rappresentative dei fatti aziendali secondo logiche economiche, questa volta ci potrebbe essere un effettivo passaggio verso un modello di accountability che si avvicina alle modalità già ben conosciute per le aziende private, pur facendo attenzione alle peculiarità del settore pubblico.
L'esperienza passata ci ha insegnato che i tempi di attuazione di una modifica contabile di così ampie proporzioni richiede, non tanto e non solo tempi tecnici di attuazione, quanto piuttosto tempi “culturali”.
Non sarà facile, in particolare negli Enti dove sussiste una rappresentanza eletta democraticamente, come i rapporti di delega oggi esistenti, figli di un modello autorizzatorio di origine napoleonica, possano essere comunque garantiti all'interno dei processi pianificazione, programmazione gestione e controllo sia tra gli organi politici sia tra questi ultimi e quelli tecnici.
Si pensi, a solo titolo di esempio, al rapporto esistente nell'attuale architettura del sistema di programmazione degli enti locali basato sulla programmazione strategica triennale, attraverso il Dup, debba poi rivolgere contestualmente l'attenzione sugli aspetti operativi declinati secondo il principio di competenza.
La riuscita dell'ambizioso progetto dipende, ovviamente, anche dalla partecipazione attiva e convinta delle Amministrazioni Pubbliche, che dovrebbero essere consapevoli delle potenzialità informative aggiuntive offerte dal nuovo modello, almeno in fase di rendicontazione.
Ciò richiede, inevitabilmente, lo sviluppo di competenze gestionali trasversali (non meno importante appare anche un corretto ed omogeneo percorso di informatizzazione del sistema) che consentano anche ai non esperti di contabilità e bilancio (responsabili di altri settori dell'ente, amministratori e decisori in generale) di comprendere il potenziale informativo e di responsabilità derivante da un uso consapevole dei dati economici, finanziari e patrimoniali prodotti dall'ente.
Il processo richiede un grande sforzo. La soluzione intermedia potrebbe essere quella di individuare un percorso su un doppio binario. Il sistema di contabilità economico-patrimoniale, pur rimanendo unico per tutte le Amministrazioni Pubbliche italiane, potrebbe coprire la fase di rendicontazione e consolidamento dei conti pubblici, senza sovrapporsi né sostituirsi ai sistemi di contabilità finanziaria rafforzata vigenti, i quali conserverebbero la loro essenziale ed esclusiva funzione legata alle finalità autorizzative e alla fase previsionale e programmatoria.
(*) commercialista