NAPOLI – Lunedì 25 ottobre alle ore 18 la prima presentazione al pubblico del libro “l'assedio” (Ensemble Edizioni) di Enza Silvestrini, presso la libreria The Spark Hub in piazza Giovanni Bovio 33 a Napoli, diventa spunto di dibattito pubblico sul tema della relazione io-altro contestualizzata alla nostra epoca.
“l'assedio” è un libro di poesie, ma anche di cronaca dell'animo umano che migra per scelta, istinto o necessità. Ognuno di noi è migrante, la poesia ne diventa la traccia tangibile che tra le rime attraversa confini, trova porti, segue rotte inedite, sconosciute o programmate. Profughi, ospiti o rifugiati senza tempo. Ieri siamo stati migranti, domani forse ci sposteremo ancora, oggi le frontiere fisiche dei controlli e dei fili spinati si riconoscono anche in quelle dell'esclusione sociale e del rifiuto della relazione con il “diverso da me”. Tutte le poesie della prima parte del libro raccontano il viaggio in mare dal punto di vista dei migranti stessi: lo sgomento di chi il mare lo vede per la prima volta, la paura quando le onde infuriano, la convivenza forzata sulla nave; le attese, le speranze; il dolore di perdere un compagno mentre il mare diventa una bara d'acqua.
Che cosa accade quando l'io (inteso come soggetto collettivo) incontra l'altro da sé, cioè il diverso etnicamente o culturalmente? Quali sono le relazioni tra gli esseri umani? “Il libro – spiega l'autrice – cerca di rispondere a questa domanda attraverso la categoria dell'assedio poiché tutta la storia umana è intessuta di assedi. Così l'assedio diventa una metafora di questa relazione: da un lato gli assedianti che vengono dal mare; dall'altro gli assediati chiusi nella loro fortezza per difendersi. Ed oggi, nell'età della globalizzazione, dei social e delle nuove tecnologie, dei complessi rapporti geopolitici, l'eterna dialettica tra assediati e assedianti assume significati più ambigui e feroci. Il migrante diventa l'invasore che viene a togliere risorse, diventa l'assediante”.
I 42 componimenti de “l'assedio” restituiscono alla poesia il ruolo di voce controcorrente come mezzo per riflettere sul senso dell'umano. Per aiutarci a decifrare la realtà confusa, per scongiurare il naufragio di noi, tutti, migranti. “Il titolo – chiarisce Enza Silvestrini – allude anche all'assedio della parola poetica, all'assedio della lingua che prova a resistere contro sistemi svilenti, contro il linguaggio inautentico che invade il nostro quotidiano”. La raccolta in versi si presta a molteplici letture ed è densa di stimoli suggestivi da approfondire in una discussione trasversale. La affronteremo lunedì 25 ottobre, insieme all'autrice e al filosofo Giuseppe Ferraro (Università Federico II), fondatore della scuola Filosofia fuori le mura.
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