
Invasion of the Barbarians or The Huns approaching Rome - Color Painting
di Flavio Pagano *
Pensavate di non essere più al tempo delle invasioni barbariche, quando dalle Alpi calavano giù per la Penisola orde di guerrieri primitivi, feroci e rapaci, che mettevano a ferro e fuoco tutto quello che incontravano? Vi sbagliavate, perché, anche se siamo al tempo della Champions League, i barbari esistono ancora, e sono devastanti come allora.
Una violenza allucinante, assurda, stordente, si è abbattuta sulla città. Piazze storiche violate, lanci di bottiglia, cassonetti in fiamme, negozio con le serrande abbassate, scontri con la Polizia, gente terrorizzata… Altro che le stese, altro che le baby gang! Dietro questa brutalità cieca, immotivata, oltraggiosa, c'è la maledizione del calcio: il tifo bestiale.
Mentre l'inebriante profumo di scudetto aleggia sul Maradona (abbasso la scaramanzia), la partita di stasera, che avrebbe dovuto essere soltanto un emozionante appuntamento con una storica qualificazione ai quarti di Champions League, si è trasformata in una pubblica sommossa, in un'esibizione squallida e muscolare della più oscura frustrazione.
Se un tifoso napoletano osasse, in Germania, fare un decimo di quello che è avvenuto stasera a Napoli, la polizia lo prenderebbe di peso e lo sbatterebbe (giustamente) in galera: possiamo sapere, allora, noi poveri profani del Diritto, per quale ragione l'Italia debba essere invece il paradiso degli scellerati, e per quale ragione debbano rimanere impuniti i tifosi delinquenti che di volta in volta calano nel Belpaese dall'Olanda, dall'Inghilterra o dalla Germania?
Alla fine cosa succederà? Purtroppo, latitando lo Stato (perché contenere i tifosi scalmanati permettendogli comunque di sconquassare strade e piazze non è minimamente sufficiente), i soli a “difendere” lo stadio e la città saranno i nostri ultrà. Eh già, proprio come successe durante l'occupazione di Napoli durante la Seconda guerra mondiale, quando soltanto i guappi, all'alba del fenomeno camorristico, difendevano l'onore della gente dalle incursione della soldataglia nemica, nella quale si annidavano inevitabilmente pedofili, violentatori, e prepotenti. Lo racconta un libro di memorie di un ufficiale britannico “Napoli ‘44”, in pagine che mettono i brividi.
Tutti se la prendono sempre con i napoletani. Tutti se la prendono con gli Italiani. I Tedeschi si sono resi tristemente celebri per episodi di razzismo come la famosa copertina con la pistola sul piatto di spaghetti, o gli insulti alla Marina italiana dopo il caso Schettino. Ma non lasciamoci ingannare: i barbari sono loro, noi siamo il faro della civiltà. Una Civiltà che in tutto il mondo, orgogliosamente, arriva sempre dal Sud. Anche se adesso si sono inferociti proprio per i provvedimenti presi dalle Autorità italiane contro di loro: ma come?, si sono detti, noi che siamo i civilissimi Tedeschi, non possiamo andare nell'incivilissima Italia? E si sono vendicati alla maniera loro.
Comunque nulla ci può impedire di godere questo momento. Un momento di ineffabile gloria sportiva che dimostra una volta di più come la nostra città abbia tutte le carte in regola per primeggiare nel mondo, a patto di usare le armi giuste: organizzazione, programmazione e determinazione. Che la città si lasci ispirare dalla sua squadra. Il calcio può insegnare tanto: approfittiamone.
(*) scrittore
(ph. Ulpiano Fernández-Checa y Sanz: Invasion of the Barbarians, 1887)