
di Luca Sorbo *
Lo sguardo di Lucia Patalano si nutre di profonde suggestioni culturali. La sua fotografia è una riflessione filosofica sul reale, alla ricerca del senso ultimo dell'esistere. La sua scrittura di luce, che si materializza in pregevoli stampe bianco e nero, trova nella ricerca estetica la cornice formale per affrontare tematiche come la solitudine e la ricerca del sacro. Il suo impegno come fotografa ed intellettuale ha influenzato molta della vita culturale di Napoli dove ha lavorato per oltre 50 anni. Purtroppo alcuni eventi personali ed una naturale ritrosia a promuoversi le hanno impedito di avere i riconoscimenti nazionali ed internazionali a cui poteva ambire.
Comincia la sua pratica di fotografa a soli 21 anni come aiutante del marito Gianni Rollin che era un dipendente dello studio fotografico più importante di Napoli, quello di Vittorio Troncone che era ubicato nella sede dello storico Studio Parisio a piazza del Plebiscito.
Nel 1979 decide, insieme a Gianni Rollin e Rino Vellecco, di dare vita ad un'associazione fotografica denominata Ricerca Aperta che per oltre un decennio diviene il punto di riferimento di tutti gli appassionati della Campania. Collaborano con Lanfranco Colombo, che a Brera aveva la più importante galleria fotografica italiana e con Giuliana Traverso che aveva avviato dei corsi per sole donne. Ospitano spesso Joseph Koudelka e molti altri fotografi di fama internazionale.
Gli anni Ottanta del Novecento furono anni di grandi sperimentazioni, soprattutto nel teatro e nella musica, che obbligarono i fotografi a confrontarsi con nuove realtà e nuovi linguaggi.
L'intensa attività di Ricerca Aperta dal 1979 al 1991 è un tassello importante per la ricostruzione della storia della fotografia a Napoli ed in Italia che non sempre viene tenuto nella dovuta considerazione.
Dal 1984 al 1987 si confronta fotograficamente con il quartiere in cui è cresciuta Materdei ed è questo il suo primo lavoro fotografico.
La sua ricerca visiva più nota è probabilmente quella intitolata Vite concluse (Magma, Napoli, 2000) dedicata al carcere borbonico di Procida. Lucia indaga gli spazi dove vivevano le persone recluse cercando le tracce di quella sofferenza. Un bianco e nero materico e magnetico ci trascina nella quotidianità dei carcerati e ci rende partecipi della loro solitudine e del loro dolore.
Un'altra ricerca che l'ha impegnata per decenni e che continua anche oggi è l'interesse per le feste popolari. Fortemente influenzata dagli scritti di Ernesto De Martino documenta quasi tutti gli eventi che si svolgono periodicamente in Campania. La sua è un'indagine antropologica sempre attenta alla dimensione umana dei partecipanti e di come questi si rapportavano al sacro ed alla tradizione. Il suo approccio ai soggetti è sempre profondamente rispettoso, è sempre attenta a non offendere la sensibilità dei soggetti ritratti.
Di grande interesse è anche il lavoro sulla pesca notturna che si conclude con la mostra Quinta di luna.
La camera oscura è una magia a cui non può rinunciare dove il fotografare trova il suo naturale completamento. La macchina rovesciata dell'ingranditore è una nuova scrittura di luce che consente di interpretare quanto si è acquisito in fase di scatto attraverso la scelta degli acidi di sviluppo e delle carte da stampa.È una dimensione artigianale della fotografia, un procedere lento che obbliga l'autore a riflettere sull'importanza di ciò che produce. Il digitale, che ha potenzialità enormi, ha una semplicità d'uso e una gratuità che non responsabilizza i fotografi nel loro agire e per questo abbiamo oggi un'iperproduzione di immagini spesso superficiali e poco interessanti.
Dal 1997 al 2007 organizza con Vera Maone, Antonio Biasiucci, Fabio Donato, Mimmo Jodice, Cecilia Battimelli, I lunedì della fotografia, finalizzati alla costituzione di un centro della fotografia a Napoli. Questi incontri furono fondamentali per molti giovani autori che ebbero la possibilità di confrontarsi con alcuni dei principali maestri della fotografia italiana in un periodo in cui avere informazioni era molto difficile.
Lucia Patalano è citata nel 20° volume dell'enciclopedia Annali della storia d'Italia, L'immagine fotografica 1945-2000, curato da Uliano Lucas (Einaudi, Torino, 2004) e nel volume Storia della fotografia di Angela Madesani (Bruno Mondatori, Milano, 2005). Testo di Marino Niola nel volume Totem e ragù (Tullio Pironti, Napoli, 2003). Intervista su Saggi e riflessioni sulla fotografia a Napoli a cura di Luca Sorbo (ESI, Napoli, 2007).
Ha pubblicato numerosi cataloghi, depliant, calendari, per la promozione pubblicitaria di aziende e privati operanti sul territorio partenopeo.
Fotografi sulla Fotografia
a cura di Luca Sorbo
Lucia Patalano
lunedì 15 luglio 2019 ore 18,00
Spazio NEA, via Costantinopoli 53
(*) esperto in storia e tecnica della fotografia
già docente Accademia di Belle Arti