di Francesco Bellofatto
NAPOLI – Confini/border può avere una pluralità di significati. Confini da superare, confini che separano, confini come topos inclusivo, di amalgama e – di per sé – identificativo. Avranno pensato ad un mix valoriale i tre giovani imprenditori quando, dopo un intenso bagaglio di esperienze anche oltre confine, hanno deciso di aprire un locale elegante, dove reinterpretare la cucina internazionale in chiave partenopea.
E, non a caso, CONFINI si trova appena fuori il Dazio, all’inizio di via Napoli, margine simbolico dell’incontro tra Napoli e Pozzuoli, ai lembi iniziali della Terra del Mito, i Campi Flegrei, simboleggiati da La Pietra.
Non poteva essere che una cucina internazionale, o meglio una World Wide Kitchen (guai a chiamarla ‘fusion’), a definire il punto di incontro tra due forti realtà gastronomiche, quella napoletana e quella che caratterizza la cucina flegrea, profondamente identitarie.
IL PROGETTO
CONFINI nasce a luglio 2022 dalla volontà di 3 giovani imprenditori, Antonio Ippolito, Giovanni Conturso e Carmine Ferrara, di creare un locale elegante con una cucina internazionale in cui proporre le pietanze del mondo rivisitate in chiave campana come nel caso del Ramen di pesce con tagliolini all’italiana, del Gyoza al vapore alla Nerano o del Ceviche di Trippa.
L’idea è quella che non esistono confini nel cibo e che le tradizioni possono essere sapientemente miscelate, un po’ come quando si viaggia e ci si arricchisce di qualcosa di nuovo, pur rimanendo se stessi al rientro. A interpretare questa “world wide” cucina è lo chef Giuseppe , che abbina grande creatività a ottima tecnica.
Il viaggio di “Confini Restaurant” continua anche con la carta dei vini che abbraccia tutte le regioni d’Italia e dà spazio anche al resto del mondo.
Confini è un luogo confortevole con arredi curati nei minimi particolari arricchito da una suggestiva veduta sul Golfo di Pozzuoli. L’accoglienza è calda e informale. 24 i coperti interni, 12 ai tavoli alti e 24 nella terrazza esterna coperta, dove ci si può fermare anche solo per un ottimo cocktail o un aperitivo con vista mare.
LO CHEF
Giuseppe Mellone, classe ’85, studia Economia arrivando a sfiorare la laurea e per 3 anni fa anche il giornalista prima di intraprendere un altro percorso. La sua vita lavorativa nel settore della ristorazione inizia col gelato e con la pasticceria. Fa esperienze come docente e per un anno lavora anche in Francia sia in gelateria sia presso il ristorante Le Tintillou di Parigi.
Nel 2017 inizia a fare il cuoco presso il locale Buco Hosteria di Napoli. In cucina applica l’impostazione rigorosa acquisita lavorando in pasticceria e gelateria dove occorrono temperature e pesi precisi. La sua cucina fonde piatti internazionali con ingredienti locali e ricette napoletane.
IL MENU’
Ci siamo seduti in un umido martedì di marzo. Il locale, basic ma elegante, favorisce la convivialità. L’accoglienza subito scalda i cuori, scioglie il freddo tardo-inVernale e stuzzica il palato.
L’ouverture è affidata al Frozen oyster Martini (frozen vegetale con foglia di ostrica e sfera di avocado). In abbinamento Konishi Hiyashibori Gold, che accompagna anche la seconda portata, Anguilla in cialda. Poi si aprono le danze transfrontaliere: magiche Croquetas lime, zenzero e basilico, dove Napoli incontra il Caribe, seguite da una Ceviche di Trippa, dal sentore decisamente partenopeo. Qui il sommelier di CONFINI ci suggerisce uno straordinario neozelandese Sauvignon blanc 2022 Cloudy Bay, e la cucina è veramente
senza confini.
Il Sorbetto al limone e zolfo (siamo pur sempre vicini alla Solfatara) crea un delizioso intermezzo, prima di affrontare, a palato rinfrescato, un twin di Gyoza Nerano e Gyoza parmigiana, ovvero ravioloni del Sol Levante con un ripieno che più napoletano non si può (e sono sicuro che Francesco ‘Pupetto’ Caravita, principe di Sirignano, per la leggenda ‘suggeritore’ allo storico ristorante Maria Grazia di Marina del Cantone, del gustoso piatto di spaghetti a base di zucchine e Provolone del Monaco, da qualche parte starà sorridendo). La Scolca d’Antan 2009, bianco secco da uve piemontesi (ma ma baciate dal vento di mare ligure) per il Cortese Gavi DOCG, accompagna il successivo Spaghettone cacio, pepe e pere, variazione sul tema di un grande classico romano.
Chiudono le danze un Gelato affumicato, Dessert al mascarpone e amarena, abbinati a Kodakara Yuzu (non avrei mai immaginato che un’umida serata di marzo mi avrebbe aiutato, complice il Sake, a superare la mia idiosincrasia verso il Giappone…
Prima di uscire un Twist Negroni ci dà il giusto tono per affrontare la pioggerellina al confine tra Napoli e Pozzuoli. Un’esperienza realmente internazionale. Peccato per l’assenza di un parcheggio dedicato.
0813599202
confiniristorante@gmail.com
confinirestaurant.com
Via Napoli, 221, 80078 Pozzuoli NA