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Pmi 2022, Traettino (Confindustria Campania): Timidi segnali positivi

NAPOLI – “Qualche timido segnale incoraggiante per la ripresa, ma la situazione resta molto critica”: lo dice Gianluigi Traettino, presidente di Confindustria Campania, commentando il “Rapporto Regionale PMI 2022”, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Unicredit e Gruppo 24 Ore.

“Il Rapporto Regionale PMI 2022, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Unicredit e Gruppo 24 Ore – afferma Traettino -, evidenzia le gravi difficoltà che le piccole e medie imprese stanno affrontando a causa della pandemia, dell’aumento vertiginoso del costo dell’energia e delle materie prime e della guerra in Ucraina. In Campania, tuttavia, registriamo qualche timido segnale incoraggiante, con un aumento del 13,9% di pmi sul territorio rispetto al 2007. Il momento, però, resta molto critico e, in assenza di provvedimenti forti e organici a sostegno dell’industria, molte aziende rischiano di chiudere”.

“Non so fino a quando – ha aggiunto il leader degli imprenditori campani – molte realtà riusciranno a reggere. Gli imprenditori campani si sono dimostrati straordinari, a volte quasi eroici, ma gli enormi e continui aumenti dei costi potrebbero risultare fatali per tante aziende. Le pmi, poi, costituiscono la quasi totalità del sistema industriale campano e nazionale. Sostenerle in un momento del genere significa sostenere l’intera nazione, assicurando la tenuta economica e sociale del Paese”.

“Nell’ultimo anno, le PMI italiane hanno dovuto fronteggiare da un lato le conseguenze della pandemia, e dall’altro un nuovo e inaspettato shock, quello del conflitto in Ucraina – sottolinea Vito Grassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e Vicepresidente di Confindustria -. In tale contesto, il Rapporto Regionale PMI rappresenta una preziosa cassetta degli attrezzi di analisi e proposte per sostenere ed accompagnare le imprese nel percorso di ripresa. Gli interventi non dovranno tenere conto solo delle criticità congiunturali, ma anche delle caratteristiche strutturali delle nostre PMI. In base alle nostre previsioni, infatti, il processo di recupero delle PMI italiane potrebbe subire una battuta d’arresto, con intensità diverse a seconda di come evolverà la situazione geopolitica internazionale e delle risposte europee e nazionali. È in bilico la tenuta stessa del sistema e per questo è necessario mettere in campo azioni diversificate, orientate al sostegno della competitività delle aziende, vero motore per la ripresa del Paese. Tra le principali proposte abbiamo individuato il rinnovo della moratoria di legge per le PMI; un intervento strutturato per la patrimonializzazione e il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, su cui risultano ancora deboli le misure fiscali finora previste (ACE, credito DTA e aggregazioni); l’utilizzo di strumenti come la leva fiscale o il rafforzamento degli schemi di garanzia a supporto delle emissioni obbligazionarie e di altri strumenti di debito per favorire la crescita dimensionale delle imprese; la proroga del “credito d’imposta per la quotazione delle PMI” e lo sviluppo della finanza alternativa. Occorre, in sintesi, creare migliori condizioni e più efficaci strumenti per potenziare la struttura finanziaria, la patrimonializzazione delle imprese e rilanciarne gli investimenti, per accompagnarle in un percorso di crescita e di innovazione che coinvolga anche il capitale umano”.

“Dal rapporto emerge chiaramente come l’attuale scenario internazionale e gli effetti sui rincari dei prezzi delle matrie prime – spiega Remo Taricani, Deputy Head UniCredit Italia – rischiano di interrompere il percorso di ripartenza post pandemico che il sistema produttivo del Paese aveva intrapreso. Le banche giocano un ruolo rilevante per il sostegno all’economia, anche perché in Italia sono la principale fonte di finanziamento delle imprese. Come UniCredit non abbiamo mai fatto mancare il nostro supporto, anche nei momenti più difficili. In questi giorni abbiamo lanciato un piano di azione per aiutarle anche in questa fase complessa, contraddistinta da una spinta inflattiva pericolosa che sta comportando un rischio di contrazione degli investimenti delle aziende. Non c’è dubbio infatti che i maggiori costi subiti dalle imprese costituiscono un freno alla loro competitività ed è necessario quindi agire a livello di sistema – banche, istituzioni e associazioni di categoria – per mitigare gli impatti negativi della congiuntura internazionale, ma è anche fondamentale che le imprese proseguano nei loro percorsi di innovazione e affrontino le grandi sfide legate alla sostenibilità, oltre a saper cogliere l’opportunità di diversificare le fonti di finanziamento, come strada complementare al credito bancario, per raccogliere risorse utili a superare l’attuale fase e a migliorare la loro competitività”.

Leggi i documenti del Rapporto PMI 2022:

Sintesi Stampa_Rapporto PMI 22_con grafici
RAPPORTO PMI 2022 – SINTESI Campania

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