
I dati del Rapporto Ecomafia di Legambiente, presentati in un evento per i trent’anni dal primo Rapporto, che si è svolto a Napoli, presso la Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, conferma ancora una volta che la Campania è la regione più colpita dai crimini ambientali in Italia. Dal 1997 al 2025, sono stati registrati oltre 120.000 illeciti ambientali, pari a circa il 15% del totale nazionale. Un reato ogni due ore, con un bilancio devastante che include oltre 100.000 persone denunciate e quasi 35.000 sequestri effettuati. A spartirsi questo business illecito sono stati circa 230 clan, che con la complicità di imprenditori e funzionari pubblici corrotti hanno gestito traffici illeciti nel settore dei rifiuti, del cemento, del commercio illegale di animali e delle energie rinnovabili.
La Campania guida questa triste classifica, seguita da Calabria, Sicilia e Puglia, che insieme registrano quasi la metà dei crimini ambientali commessi in Italia.
A livello provinciale, Napoli è la città con il numero più alto di reati ambientali, seguita da Salerno, Caserta e Avellino, dove l‘impatto delle attività illecite sull’ambiente e sulla salute pubblica continua a destare allarme.
Il caso della Terra dei Fuochi
Uno dei capitoli più tragici di questa emergenza ambientale è la Terra dei Fuochi, l’area tristemente nota per gli smaltimenti illeciti di rifiuti tossici e gli incendi dolosi. La recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell‘Uomo ha sancito che lo Stato italiano ha gravi responsabilità nella gestione di questa crisi, aprendo la strada a possibili risarcimenti e misure più incisive. Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, ha commentato: “Questa sentenza è una svolta fondamentale. Ora servono fondi straordinari per le bonifiche e l’istituzione di un’Autorità indipendente di controllo per garantire l’attuazione delle misure indicate dalla Corte.”
Il business del cemento e l’abusivismo
L’abusivismo edilizio è un altro tassello fondamentale del sistema ecomafioso. Dal 1992 al 2025, in Campania sono stati registrati oltre 32.000 reati ambientali legati al settore edilizio, con più di 27.000 persone denunciate. Il fenomeno non accenna a diminuire, nonostante gli sforzi della Procura di Napoli, che ha intensificato le demolizioni degli immobili abusivi nei Campi Flegrei e a Ischia.
Proposte per combattere le Ecomafie
Legambiente ha avanzato sei proposte chiave per contrastare le ecomafie:
- Recepire la direttiva UE sulla tutela penale dell’ambiente, con l’introduzione di nuovi reati nel Codice penale.
- Approvare il disegno di legge contro le agromafie, a tutela del patrimonio agroalimentare italiano.
- Introdurre pene più severe per i crimini contro gli animali e il traffico di specie protette.
- Inasprire le sanzioni per la gestione illecita dei rifiuti, trasformando in delitti i reati attuali e aumentando le pene per il traffico organizzato.
- Inserire i reati ambientali tra quelli che non prevedono l’interrogatorio preventivo, per evitare scappatoie legali.
- Adottare un Piano nazionale contro l’abusivismo edilizio, con fondi adeguati per demolizioni e controlli più rigidi.
Queste misure, se applicate, potrebbero finalmente arginare il fenomeno delle ecomafie e restituire alla Campania la speranza di un futuro più pulito e giusto.
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Rapporto Ecomafia – Legambiente
(foto da Rapporto Ecomafia di Legambiente)