A DUGENTA RIPARTE LA STORICA FESTA ENOGASTRONOMICA DEI WEEKEND.
Di Flavio Pagano
Il “presunto innocente” di questa puntata, è un animale che da sempre svolge un ruolo da protagonista nei nostri boschi e da qualche tempo anche nelle periferie di molte città: il cinghiale. Ne parliamo perché ha appena aperto i battenti una delle sagre più antiche e amate della Campania: la Sagra del Cinghiale. La grande festa popolare dell’enogastronomia che si tiene a Dugenta, nel cuore della verdeggiante Valle Telesina, fra il massiccio del Matese e il Parco Naturale del Taburno.
Il cinghiale è un animale dibattuto moltissimo, e in maniera altamente divisiva, sul piano della tutela dell’ambiente, del controllo numerico degli esemplari, degli incidenti stradali che procura: ma, a tavola, mette d’accordo tutti. E questo dipende dalla bontà sopraffina delle sue carni, ma anche dal fatto che l‘allevamento e l’abbattimento del cinghiale è decisamente meno violento di quello di altri, a cominciare dal suo cugino maiale.
Un punto di forza della Sagra del Cinghiale di Dugenta è che la macelleria del cinghiale praticata per fornire la carne a questo evento è, perdonate l’ossimoro, qualcosa che si avvicina molto alla “macelleria etica”. Il cinghiale utilizzato in questo evento, infatti, è allevato in libertà in un altro territorio eccellente della nostra regione, il Cilento, e viene abbattuto senza procurargli inutili sofferenze e senza imporgli il martirio del trasporto da vivo.
È anche questo il motivo per cui amiamo e consigliamo questa sagra. Non potrà conquistare i vegetariani, ovviamente, ma può deliziare tutti coloro che hanno un debole per la buona tavola ma hanno anche a cuore la dignità degli animali.
Dal venerdì alla domenica, insomma, quello con la Sagra del Cinghiale di Dugenta è un appuntamento imperdibile. L’atmosfera, con musica, spazi verdi e congenita allegria, ne fanno una vera e propria festa adatta a tutti. Una festa che ci rimanda alle interminabili tavolate di una volta, dove è facile familiarizzare con i propri vicini, dove la parola stress è bandita da ogni punto di vista, a cominciare (particolare che personalmente considero sacro!) dal parcheggio. La gente che ci va è tantissima, i numeri sono continuamente crescenti, ma enormi sono anche gli spazi e perfetta la logistica, per cui con bambini al seguito, con la fidanzata, con tutta la famiglia o con gli amici, la serenità è garantita.
Il successo di questo evento, dalla ormai lunghissima tradizione, è legato ad alcuni fattori che sono spesso alla base dei brand vincenti italiani. Innanzi tutto, la tradizione familiare. È la famiglia Di Caprio, infatti, che lo ha ideato e che lo gestisce da generazioni, con lo stesso entusiasmo del primo giorno. Secondo fattore, altrettanto decisivo, la qualità altissima dei prodotti. Terzo, la capacità di innovare e rinnovare.
E le novità, quest’anno, sono molte. La sede è ulteriormente ampliata e confortevole e il menu si arricchisce delle ulteriori trovate del meat chef Mariano Di Caprio (nella foto), asso nella manica della manifestazione. Esperto di fama nazionale nel campo della cacciagione e soprattutto del cinghiale, il giovane Di Caprio escogita piatti irresistibili, non solo nel gusto ma persino nel design. Se immaginate una sagra fatta solo di spiedi e di salsicce, siete fuori strada. Se pensate ai soliti primi con sughi a base di carne, siete fuori strada. Qui l’intero repertorio della cucina italiana rivive in versione wild pig, come lo chiamano gli americani. Non vogliamo anticipare nulla di queste novità, per lasciare intatta la sorpresa. Ma se vi piace la pasta ripiena e i taglieri chilometrici e soppalcati, preparatevi a violare la dieta… cosa di cui, statene certi non vi pentirete.