di Luca Sorbo
Nel 2012 Sergio Fermariello, in occasione dell‘inaugurazione di una sua mostra, definiva lo spazio espositivo dello Studio Trisorio come qualcosa a metà tra l‘antro della Sibilla ed un’antica scuderia di cavalli e quindi era il luogo più adatto per accogliere i suoi guerrieri.
Dalla sua prima mostra nel 1989 alla Galleria di Lucio Amelio si conferma uno degli artisti più originali del panorama nazionale. Sempre nel 1989 ottiene il “Premio Internazionale Saatchi & Saatchi per giovani artisti” in occasione della prima edizione del premio tenutasi presso il Palazzo delle Stelline di Milano. In seguito espone in diverse mostre personali tra le quali quella alla Galleria Il Capricorno di Venezia nel 1990 e alla Galerie Yvon Lambert di Parigi nel 1992.
Fermariello si definisce scrittore di una sola parola. Il suo alfabeto visivo si fonda su due soli elementi necessari la “i” e la “o” che simboleggiano la lancia e lo scudo dei suoi uomini guerriero che si moltiplicano all’infinito. È una sorta di mantra, di preghiera Zen che si ripete all’infinito, verificando le possibilità ed i limiti del linguaggio visuale. È una scrittura arcaica, ancestrale che coinvolge l’inconscio dello spettatore. La sua è una ricerca della radice profonda del segno. Il risultato che si ottiene sono immagini archetipe, universali che evocano un passato remoto che, però, scopriamo presente e reale. Avvertiamo in modo nitido evocazioni al mito, al rito, ai temi della tragedia greca. I soggetti ispirati alle pitture rupestri o a quelle vascolari recuperano un alfabeto primitivo, come una sorta di ideogrammi.




Venerdì 3 maggio 2024 è stata inaugurata una nuova mostra di Sergio Fermariello allo Studio Trisorio.
Sono immagini tridimensionali, che riproponendo il suo segno e le sue tematiche, irrompono nello spazio. Dal 2000 l’artista si avvale della tecnica del taglio laser che gli consente di modulare i pieni ed i vuoti delle superfici, opportunamente distanziate dal fondo del pannello come in un altorilievo forato. Il segno diviene ferita.
La mostra sarà visitabile nello storico spazio espositivo di via Riviera di Chiaia 215 fino al 16 giungo.
Il suo vuole essere un monito per ricordare la necessità per tutti noi di lottare continuamente senza sosta in ogni attimo della nostra vita.