
La vertenza Stellantis è al centro del dibattito politico e sindacale in Italia, con particolare attenzione allo stabilimento di Melfi (Potenza), considerato un nodo strategico per l‘industria automobilistica nazionale. Durante una visita davanti alla fabbrica, l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oggi leader del Movimento 5 Stelle, ha ribadito l’importanza di un piano industriale che garantisca investimenti concreti, la tutela dell‘occupazione e il rilancio produttivo del sito.
Secondo Conte, la crisi dell’automotive non è un problema esclusivamente italiano, ma riguarda l’intera filiera europea. Per questo, il Movimento 5 Stelle ha avanzato una proposta a Bruxelles per l’istituzione di un fondo da 500 miliardi di euro attraverso il progetto Sure, con l’obiettivo di supportare le filiere industriali in difficoltà e affrontare le sfide legate all’intelligenza artificiale e alla transizione elettrica.
Il ruolo del sindacato e le richieste della UIL
All’incontro ha partecipato anche Vincenzo Tortorelli, Segretario Generale della UIL Basilicata, che ha sollecitato Conte affinché la politica fornisca risposte concrete alla crescente rassegnazione dei lavoratori.
“La battaglia per la tutela dei lavoratori di Stellantis e dell’intero indotto dell’automotive continua”, ha dichiarato Tortorelli, sottolineando la necessità di garanzie sugli investimenti, sui modelli produttivi e sul mantenimento dei livelli occupazionali. Il sindacato, in sinergia con UILM, CGIL e CISL, sta portando avanti un confronto con l’azienda per evitare che il passaggio all’elettrico si traduca in tagli e ridimensionamenti, anziché in un’opportunità di crescita per il territorio.
Il futuro dello stabilimento di Melfi
Negli ultimi anni, lo stabilimento Stellantis di Melfi è stato protagonista di numerosi cambiamenti strategici, con la produzione di modelli ibridi ed elettrici che sostituiranno progressivamente le auto a combustione tradizionale. Tuttavia, il passaggio all’elettrico richiede investimenti mirati per l’aggiornamento delle linee produttive e la riqualificazione del personale, aspetti su cui lavoratori e sindacati chiedono certezze immediate.
La richiesta al Governo e all’Unione Europea è chiara: tutelare la manifattura italiana ed europea, proteggere i lavoratori dall’impatto dell’automazione e dell’intelligenza artificiale, e garantire che la transizione energetica avvenga senza sacrificare occupazione e sviluppo.