Suite Andalusa di Marco Rinaldi e Paola Setaro

di Luca Sorbo *

Un libricino dorato, che attira ed incuriosisce: è questa la nuova pubblicazione di Marco Rinaldi e Paola Setaro. Il loro è un gioco intellettuale, un domandare e rispondere che intriga lo spettatore.

Un viaggio è un’esperienza fisica, faticosa, coinvolgente e provare a raccontarlo è quasi sempre un’impresa deludente. Il condensare in parole o immagini tutto il vissuto dell’attraversare i luoghi è molto difficile. L’unica vera possibilità è trovare una chiave di lettura semplice ed essenziale e ripeterla continuamente.

Suite Andalusa ci trascina nello sguardo attento di Marco e Paola, nel loro ricercare dettagli, nel loro interrogarsi sul senso dei luoghi e del loro essere. È un dialogo fotografico tra una scrittrice ed uno storico dell’arte, è la traduzione di pensieri condivisi attraverso le immagini. Si avverte, nello sfogliarlo, l’alternanza tra discussioni animate e lunghi silenzi.

La fotografia è l’incontro\scontro della sensibilità dell’autore con la superficie dei luoghi su un supporto sensibile. Sensibilità è, quindi, la parola importante per riuscire a dare uno spessore alla bidimensionalità del risultato finale. Le scelte del fotografo sono condizionate dall’inconscio tecnologico dell’attrezzatura, vivono in un linguaggio che ha la sua origine con l’invenzione della prospettiva geometrica. Diego Mormorio definisce la fotografia la più occidentale delle arti proprio perché nel suo prodursi sono concentrate molte delle conoscenze visive che hanno caratterizzato l’evoluzione del linguaggio artistico nell’Occidente. L’apparente semplicità del fotografare si scontra con la densità di conoscenze che l’atto di produrre immagini meccaniche porta con sé.

Tutto questo è ben noto allo storico dell’arte Rinaldi che si confronta con il mezzo cercando un equilibrio tra consapevolezza e spontaneità. Il corto circuito tra critico ed autore è vissuto con serenità senza eccessivi intellettualismi. Rinaldi vive la costruzione dell’inquadratura come una costruzione di senso, un ritagliare frammenti per ritrovare evocazioni e risonanze che la presenza della scrittrice Setaro rende più densi e pregnanti. Spesso c’è una ricerca di geometria, si avverte la citazione di qualche autore, ma il tutto resta sempre un diario segreto che nasconde più che mostrare.

La memoria di macchina nel suo freddo realizzarsi porta con sé attimi intensi di vita vissuta cosi evidenti da essere incomprensibili.

La veste editoriale è ben costruita e seipersei si conferma una casa editrice di qualità.

(*) esperto in storia e tecnica della fotografia
già docente Accademia di Belle Arti

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