

Venerdì 22 novembre 2024, alle ore 18:30, gli spazi della Galleria DADART di Salerno (Lungomare Cristoforo Colombo 128 A), fondata da Daniela Diodato e guidata artisticamente da Emanuele Forte, faranno da sfondo a un evento di grande rilevanza culturale e sociale. Nell’ambito di Dialoghi Off, a cura della giornalista e scrittrice Anna Marchitelli, prenderà vita l‘opening della mostra personale di Francesca Strino, intitolata “UMANO (troppo umano)”.
In concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la serata sarà impreziosita dal dibattito “E me lo chiami amore?”, un confronto a più voci su una delle questioni più urgenti del nostro tempo: la violenza di genere.
La mostra: “UMANO (troppo umano)”
Il titolo della mostra richiama la celebre opera di Friedrich Nietzsche, che riflette sulla condizione umana e sulle contraddizioni intrinseche alla nostra esistenza. Nelle opere di Francesca Strino, la dimensione umana viene esplorata in profondità, attraverso un linguaggio pittorico e scultoreo capace di portare in superficie le complessità dell’animo.
L’universo femminile di Francesca Strino
Le donne di Strino appaiono autentiche, vulnerabili e potenti al tempo stesso. Alcune sono ritratte nude, esposte, altre trincerate, in una rappresentazione che celebra la forza e la fragilità della condizione femminile. Le mani delle sue donne sono strumenti di creazione e difesa: impastano la vita, palpano cuori, reggono pennelli come fossero spade, trasformandosi in vere e proprie amazzoni.
Una rilettura del maschile
L’artista, nelle sue opere, propone una visione critica del maschile: le mani degli uomini sono spesso eliminate, sostituite da radici che si protendono verso la terra. È un gesto simbolico che suggerisce un depotenziamento della violenza, un invito a un maschile meno distruttivo, capace di radicarsi nella comprensione e nel dialogo.
Un viaggio nelle fasi della vita

Come altari di senso, le figure di una bambina e di una vecchia si fronteggiano in molte opere di Strino. La bambina tiene un ramoscello come fosse una bacchetta magica, mentre la vecchia regge lo stesso ramo, trasformato in uno scettro robusto. È un dialogo tra generazioni che sottolinea il ciclo della vita, la trasmissione del sapere e l’evoluzione dell’identità.
Le opere tridimensionali della Strino rompono la bidimensionalità della tela, offrendo agli osservatori un’esperienza immersiva che va oltre il visibile, toccando corde profonde dell’anima.
“E me lo chiami amore?”

La mostra sarà accompagnata da un dibattito che unisce arte, letteratura, psicologia e teatro, offrendo un momento di riflessione collettiva sulla violenza di genere.
I protagonisti del dibattito
- Francesca Strino, pittrice e scultrice, condividerà la sua visione della violenza di genere attraverso l’arte.
- Francesca Ragone, lookmaker e founder di Beyouty, presenterà il suo libro “Cuore in ascolto. Beyouty, la bellezza come terapia dell’anima”, che esplora la bellezza e il benessere come strumenti di rinascita.
- Michela Masucci, psicologa e psicoterapeuta, responsabile del Centro Antiviolenza Leucosia e di altre strutture di supporto, offrirà una prospettiva clinica sul tema della violenza contro le donne.
Arte e teatro in dialogo
Il dibattito sarà arricchito dalla rappresentazione di un estratto dello spettacolo “La voce a te dovuta”, scritto da Sharon Amato e interpretato da Anna e Clara Bocchino, con la regia di Ettore Nigro e la produzione della Piccola Città Teatro. Lo spettacolo utilizza il linguaggio teatrale per affrontare le dinamiche emotive e sociali legate alla violenza di genere, offrendo una narrazione intensa e coinvolgente.
L’Artista

Francesca Strino, nata a Napoli nel 1979, è figlia del maestro figurativo Gianni Strino, da cui eredita una profonda sensibilità artistica. Dopo il diploma al Liceo Artistico, si laurea all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove oggi insegna disegno per la scultura.
Nel corso della sua carriera, ha partecipato a numerose mostre e ottenuto riconoscimenti per le sue opere, presenti in importanti gallerie e collezioni private in Italia e all’estero. La sua arte, che unisce tecnica impeccabile e profondità concettuale, è caratterizzata da un uso magistrale di luci, ombre e colori, capace di rivelare l’essenza delle persone ritratte.
Strino non si limita a rappresentare corpi, ma esplora anime, offrendo una narrazione visiva che va oltre la tela, toccando temi universali come l’identità, il dolore, la bellezza e la rinascita.
Info
- Mostra: UMANO (troppo umano)
- Quando: 23 novembre – 6 dicembre 2024
- Opening e dibattito: 22 novembre, ore 18:30
- Dove: Galleria DADART, Lungomare Cristoforo Colombo 128 A, Salerno
- Contatti:
- www.dadart.gallery
- [email protected]
- 3499851812 | 0892852708
Un appuntamento imperdibile che unisce arte, cultura e impegno sociale, per riflettere e agire contro la violenza di genere.
(nelle immagini ‘Autoritratto’ (olio argilla) di Francesca Strino, tratte dal sito www.francescastrino.it