
di Monica Piscitelli
NAPOLI – Vitigno Italia al Maschio Angioino: la manifestazione chiude bagnata (un tormento, la pioggia di questo maggio fuori controllo, per tutto il weekend) ma, tutto sommato, positiva.
“Uno stress test superato” lo definisce il patron Maurizio Teti.
“Tante difficoltà – continua evocando la nota dolente del cambio di location repentino a causa dei lavori a Castel dell‘Ovo che ospita la manifestazione da molte edizioni – per un evento che richiede almeno otto mesi di preparazione. La pioggia incessante, poi, non era facile prevederla … ma non ha fermato i tanti appassionati”.
Teti non nega le difficoltà che l’edizione 2023 ha affrontato per le vicissitudini logistiche, insomma, e conclude: “Alcune cose sono da rivedere e, soprattutto, potendo lavorare per tempo, occorrerà chiedere la disponibilità di almeno tre spazi coperti in più che questo anno erano purtroppo già impegnati” racconta Maurizio Teti.
Sul fronte delle presenze- distribuite su due giorni, invece che sui consueti tre – le impressioni sono positive: Vitigno Italia resta un appuntamento atteso del panorama delle degustazioni del vino italiane con svolgimento al Sud. Le premesse, anche per questa edizione, c’erano tutte: circa 1000 etichette di tutta Italia, una dozzina di belle Master Class (tra le altre: la verticale del sontuoso Aglianico del Vulture di Elena Fucci curata dal giornalista Luciano Pignataro o quella degli efficacissimi bianchi Friuli Doc curata dal direttore di Cucina&Vini Francesco D’Agostino), un parterre di buyer nutrito per gli incontri b2b e, infine, la presenza di Consorzi importanti come quelli delle Doc Roma, Friuli e Vesuvio, oltre la Regione Sicilia con l’ Istituto Regionale dell’Olio e del Vino.