di Monica Piscitelli
NAPOLI – Dopo l'inaugurazione a Santa Maria la Nova, Wine&TheCity entra nel vivo, indossando la pelle che le più propria, quella con cui ha iniziato la sua storia: gli eventi diffusi nel quartiere Chiaia che animano laboratori e boutique attraendo un pubblico diverso dai soliti frequentatori delle degustazioni di vino.
Davvero entusiasta è stata la partecipazione, calice alla mano. Con piccole code davanti ai negozi, o dentro, tra borse, scarpe, stole, vestiti, occhiali e pezzi di design. La formula è collaudata e dà la possibilità di incontrare i produttori in una versione molto informale e piacevole.
Abbiamo visto il bravo enologo Sergio Romano servire gli eleganti Fiano, Greco, Aglianico e Taurasi dell'azienda Famiglia Pagano di fronte a Ottica Pedone; ritrovato la sorridente Mara Portolano, della famiglia di guantai, nella sua sede storica, proporci una delle 500 bottiglie Mario Portolano del suo nuovo Metodo classico da Falanghina, con affinamento 12 mesi sui lieviti. Ma abbiamo anche avuto modo di godere la interessante fusion dei giovani titolari della Salumeria Malinconico di Corso Vittorio Emanuele con il nuovo Staj Noodle bar di via Bisignano, con tanto di dj.
La prima giornata effettiva di Wine&TheCity è culminata con due eventi per l'aperitivo e la cena, dei quali uno nel nuovo ristorante di Vico Satriano la Ebbrezza di Teonilla. Qui l'atmosfera fino a sera inoltrata è stata quella delle grandi occasioni, con i vini dell'azienda tenuta San Domenico serviti dal titolare Carlo Ceparano. C'è stato il tempo di godere il magnifico cortile di Palazzo Ravaschieri e chiacchierare con lui del progetto di rivalutazione di vitigni con vecchi ceppi, che altri avevano espiantato per la moda dell'autoctono di ritorno, come la Malvasia o il Lambrusco, per fare dei vini, con l'enologo Vincenzo Mercurio, di una strepitosa eleganza e bevibilità.